La presenza di Dio nella vicinanza dei fratelli |
"Si presenti domattina, sabato 10 luglio, alle 07,00 nel Reparto di Chirurgia". Faccio appena in tempo a mettere un breve avviso nella Home page della Lista:
Con
grande dispiacere vi comunico che, per seri motivi di
salute, dovrò temporaneamente sospendere
l'attività di gestione della Lista. Francesco D. |
e a scrivere un'ancora più breve e-mail agli amici più stretti e a quanti avevo in qualche modo reso partecipi dei problemi di salute che mi stavano preoccupando.
Non
che la notizia non fosse attesa. Tutt'altro. Già da un mese
il Prof. Nicola Nicòli,
cui ero stato indirizzato quando gli accertamenti avevano confermato
la gravità del male che mi aveva colpito, mi aveva escluso il
ricorso a terapie tanto fastidiose quanto incerte, favorevole invece
all'eliminazione mediante intervento chirurgico. Da lui ho ricevuto
delle informazioni chiare, veritiere.
Resto impressionato dalla carica di umanità che questa persona
riesce a dare e, pur considerandolo più avvezzo a confrontarsi
con il mondo scientifico ed accademico, non riesco a dimenticare la
sua capacità di ironia per sdrammatizzare la situazione
nell'intento di dare, a me e a mia moglie, una certa serenità
sull'esito dell'operazione.
L'intervento è fissato per martedì 13/7. Vivo la
preparazione con molta tranquillità. Mi sono addirittura
portato un Notebook, con il quale, non senza difficoltà,
riesco quantomeno a scaricare la posta. Una velleità di breve
durata. Riesco a fare l'ultimo collegamento il mattino stesso
dell'operazione, dopo di che e fino al mio ritorno non ne ho
più avuto la forza.
Il giorno prima
partecipo alla S. Messa. Mia moglie, al mio fianco, condivide con me
la commozione di fronte a Gesù-Eucarestia. Chi mangia la carne
di Gesù ha la vita eterna adesso e riceve la promessa della
resurrezione "nell'ultimo giorno". Le parole
di Padre
Davide Negrini, camilliano e cappellano dell'Ospedale,
commentano il Vangelo del giorno: "Chi non prende la sua croce e non
mi segue, non è degno di me" (Mt 10,38). Un tratto di cammino
di salvezza si stava compiendo.
La presenza di P. Davide era un appuntamento quasi quotidiano. Con
lui abbiamo pregato, io e gli amici della stanza. Con la sua
allegria, con le sue parole d'incoraggiamento, con la sua dolcezza
ciascuno di noi si è preparato alla scadenza dell'operazione e
accettato la sofferenza del post-intervento.
Con quanta cura poi dedicava alla preparazione della Messa
domenicale, facendo sì che a tutti, soprattutto a coloro che
non avevano la possibilità di parteciparvi, giungessro le
Letture con la Parola di Dio e un breve commento, tanto semplice
quanto centrato e ricco di spunti.
Ho
già detto di quanto mia moglie,
Elisa, mi sia stata vicina nei
momenti che hanno preceduto l'intervento. Ma ancora più intima
è stata la sua presenza nel durante e nel dopo. Un'assistenza
costante, paziente. Mi tranquillizza sull'andamento dell'operazione.
Mi sorride dolcemente quando il dolore si fa più intenso. Gli
anestesisti mi han messo a disposizione un "macchinino" per
l'erogazione della morfina, mi dirà poi che di fatto non l'ho
usato. Resto convinto che sia stata la sua presenza a dare sollievo
anche al dolore fisico.
Mi ricorda le parole del Cantico dei Cantici: "Mettimi come sigillo
sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perchè forte come
la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la
passione. Le grandi acque non possono spegnere l'amore, nè i
fiumi travolgerlo".
Le nostre figlie, Sara e Anna, da
casa seguono gli avvenimenti. Le abbiamo volutamente lasciate un po'
all'oscuro del perchè il loro papà debba essere in
ospedale. Mi fanno avere i loro regalini e i loro bigliettini che
puntualmente mi portano alla commozione.
In stanza con me ci sono altri due "compagni di viaggio". Abbiamo lo stesso tipo di malattia, condividiamo tutti le stesse preoccupazioni. Antonio D.F., della provincia di Venezia. Dall'alto della sua maturata esperienza si rivela una fonte inesauribile di saggezza. La sua bocca dispensa continuamente il sorriso della persona che ama la vita e che in tutti i modi lo vuol far vedere. Qualche volta faccio fatica a comprendere la sua stretta parlata veneziana, ma voglio approfittare di questa "sapienza", vi intravedo la sapienza di Dio. Mi trasmette la sua certissima fede. Le sue regole di vita acquistano pienezza di significato. Tantissimi i consigli di morale pratica, anche se a volte non più attuali, ma derivanti da un cuore capace di discernere il bene dal male.
Poi c'è Antonio R., vicentino. Arriva con noi qualche giorno dopo. Alle sue spalle c'è un pesante ciclo di chemioterapia, gli sono perciò necessarie delle cure aggiuntive in preparazione dell'intervento. Le sue speranze nei confronti del chirurgo riflettono la sua profonda fede in Dio. Così si rivolge al Prof. Nicoli: "Prego il Signore perchè guidi le sue mani mentre mi opera". Così avviene. Anche se, perchè il suo volto scavato dalla sofferenza ritorni al sorriso, servono alcuni giorni di terapia intensiva.
Siamo tutti molto contenti di quanto sta avvenendo. In particolare
la professionalità del Prof. Nicòli e della sua
èquipe.
Mi piace ricordare un suo assistente, il Dott. Hasheminia,
iraniano. Ho avuto modo di sperimentare la sua dedizione quando, in
occasione delle due crisi respiratorie che mi hanno interessato,
conseguenza di altrettante complicanze post-operatorie a carico
dell'apparato polmonare, è intervenuto con urgenza e solerzia
a darmi letteralmente "fiato".
Un
medico decisamente simpatico, che parlava senza la superiorità
che il suo stato poteva conferirgli. Della sua provenienza iraniana
ne era prova anche la non conoscenza delle cose di Chiesa. Ha dovuto
accettare con sopresa che io non fossi un prete per il solo fatto che
avevo studiato teologia. Sarebbe curioso vedere quanti confratelli
cristiani siano altrettanto convinti che leggere la Bibbia o
conoscere le cose di Dio sia un'occupazione riservata solo ai
preti.
Intorno a noi, il tempo era scandito dalle attenzioni che il
personale infermieristico ci riservava. Sotto la guida della
caposala, Sig.a Lidia Biondani,
che con ferreo rigore sapeva mantenere l'ordine di un reparto
decisamente impegnativo ed esteso.
Le mattine si sono puntualmente aperte con il buon giorno sorridente
dei vari infermieri. Un sorriso che comunque era preludio di qualche
foro alla ricerca dell'ennesima vena che non si faceva trovare.
Stefania e
Cinzia, sempre pazienti anche quando sono state chiamate dai miei
compagni di stanza una ventina di volte in una sola notte per compiti
spiacevoli. Carlo, animatore dei giovani della sua parrocchia,
così generoso e gentile nel prestarsi a fare l'impossibile.
Simone, l'unico che usava Internet e con il quale scambiare
due parole sulla Rete. Eppoi Lisa
che, come si vede dalla foto, dispensava buon umore con la forza del
sorriso. I maturi ed esperti Mario e Silvano, punti di
riferimento e di sicurezza. E così tutti gli altri infermieri.
Quasi tutti molto giovani, ma da ognuno ricevevo esempi di
attenzione, di tolleranza, di generosità, di abnegazione. Il
clima, nonostante le difficoltà che provavamo, è sempre
stato di grande serenità. Anche il ritmo imposto dalla
frenetica operatività delle funzioni si è sempre
mantenuto calmo e disteso.
Intanto mia moglie mi portava notizie di chi si faceva sentire da casa. "Gli amici della parrocchia mi chiedono di te", "il gruppo del Movimento dei Cursillos di Cristianità di Mantova sta pregando per te". Dato che in casa non c'era nessuno (Elisa era sempre al mio fianco) molti messaggi sono stati lasciati in segreteria telefonica. Quasi tutti erano di persone conosciute in Rete tramite la Lista dei Siti Cattolici. Di tanti altri non sono riuscito a riconoscere l'identità. I messaggi si confermavano e si rincorrevano nella loro premurosa ripetitività: " il Signore ti dia pace e serenità", "sono don ..., torna presto in salute, il Signore ti aiuti e ti protegga","siamo una coppia e preghiamo per te", ...
Ma la sorpresa maggiore l'ho trovata quando, finalmente dopo
così tanto tempo, ho scaricato la Mailbox di posta
elettronica: un'operazione interminabile. Quanti Amici della
Lista che mi hanno letteralmente inondato con i loro messaggi
!!
Quanta premura, quante preghiere, quanti auguri !!
Come fare per rispondere personalmente a ciascuno di coloro che ha
voluto essermi vicino in questo tempo di prova che ho dovuto
affrontare ??
Ci sono i messaggi di tutti gli amici più cari, conosciuti magari solo virtualmente ma frequentemente nel nostro impegno comune per portare il Messaggio del Vangelo sulla Rete. Don Giovanni Benvenuto, Paolo Ruata, Marco Volpe, David Botti, Alex Nicotra (che si è "assunto la responsabilità", comunicando alle ML la natura del mio male, di togliere quel velo di discrezione sulla mia vicenda personale). Poi ancora Don Antonio Mauri, Don Ignazio Serra, Don Franco di Riccione, Don Franco Mazza, Don Tonio e tantissimi altri ... impossibile citarli tutti.
Tante testimonianze di vera fraternità. Per questo ho voluto ricordare quest'esperienza, farne una condivisione, dare testimonianza della convinzione che il Signore che mi ha accompagnato attraverso le forze grandi: la mia famiglia, gli amici, con la loro presenza e la loro vicinanza. Ho fatto i conti con la concretezza di ogni giorno: il dolore, il timore, la paura, ... la certezza della fedeltà del Signore mi ha però condotto a viverla in pace, con fiducia e speranza.
San Giorgio (MN), 1° Agosto 1999 |
Francesco D. |
LA GIOIA E IL DOLORE
Il dolore rivela
all'uomo i fondamenti del suo essere uomo:
la propria fragilità,
l'aver bisogno dell'altro,
l'importanza dei legami e dei sentimenti,
la bellezza di una condizione di bisogno e di dipendenza,
la società intesa come gruppo di aiuto e strumento di
sicurezza,
il senso del divino e dell'Assoluto,
la bellezza della preghiera,
il sollievo che ha il sapore della rinascita,
l'esigenza di una nuova gerarchia delle cose.